Il giornalista Alexander Lashakarava, picchiato al pride di Tiblisi, è morto ieri. Quest’epoca si fonda sull’emergenza: siamo in emergenza su tutto.
E in parte è vero, i giovani d’oggi vedono un futuro nero ed è sacrosanto che siano incazzati come uno sciame di vespe. Quando ero io al loro posto il conformismo imperante era ammantato da una buona dose di speranza nel “progresso” – salvo scoprire oggi che tra Co2, arretramento dei diritti sociali e violazione sistematica dei diritti umani il sistema, inteso la cara e vecchia Europa, è in putrefazione a livello politico (e morale?).
Tra le mille emergenze, ce n’è una che dovrebbe interessare la base della piramide al pari di quella ambientale. E’ la tracimante aggressività contro la libertà di stampa, incarnificata da giornalisti morti ammazzati qua e là in Europa. Nei giorni scorsi il giornalista olandese d’inchiesta Peter De Vries è stato raggiunto da 5 colpi d’arma da fuoco usicto da uno studio televisivo ad Amsterdam, ee attualmente sta lottando tra la vita e la morte. Oggi Alexander Lashakarava, videomaker aggredito al Pride di Tiblisi è stato trovato morto in casa in circostanze ancora tutte da chiarire.
“Chi è il prossimo?”
Il prossimo è il tuo diritto ad avere qualcuno che racconta il reale per te, che devi informarti per votare, e che prova a fare il cane da guardia su quello che la civiltà ha ottenuto fin qui lottando e sacrificando tutto.
Chi è il prossimo?

https://europeanjournalists.org/blog/2021/07/12/georgia-journalist-died-after-being-severely-beaten-during-pride-march/ Il giornalista georgiano Alexander Lashakarava è stato trovato morto nella sua casa l'11 luglio 2021, una settimana dopo essere stato brutalmente picchiato durante la marcia del Pride a Tbilissi. La causa esatta della morte è ancora sconosciuta. La Federazione europea dei giornalisti (EFJ) si è unita alla sua affiliata in Georgia, l'Associazione indipendente dei giornalisti georgiani (IAGJ), nell'esprimere le sue più sentite condoglianze alla famiglia di Alexander e ha invitato le autorità georgiane a condurre un'indagine trasparente. Un cameraman per l'emittente televisiva indipendente Pirveli, Alexander Lashakarava, 37 anni, è stato uno dei giornalisti aggrediti da una folla violenta di manifestanti anti LGBTQI+ durante il servizio del Pride a Tbilissi il 5 luglio. Ha riportato fratture alle ossa facciali. Secondo i media locali, il giornalista è stato curato presso il centro medico per quattro giorni prima di tornare a casa. Il Pride è stato caratterizzato da un'estrema violenza che ha portato alla sua cancellazione per timori per la sicurezza poiché persone anti-LGBTQI+ hanno attaccato manifestanti e rappresentanti dei media. Più di 50 giornalisti sono stati molestati, picchiati e le loro attrezzature sono state rubate e danneggiate. I media e le organizzazioni della società civile, tra cui l'EFJ, hanno sottolineato l'incapacità della polizia di proteggere i giornalisti nell'adempimento del proprio dovere. Ieri, migliaia di persone si sono radunate davanti al Parlamento e all'ufficio del partito di governo Georgian Dream per chiedere le dimissioni del primo ministro e del ministro degli interni per la morte di Lashkarava. In una dichiarazione, il ministero dell'Interno ha affermato di aver avviato un'indagine "sul fatto di interferenza illecita con le attività professionali del giornalista sotto minacce di violenza, persecuzione con violenza o minaccia di violenza e violenza di gruppo" e ha arrestato tre persone. Una persona è stata denunciata questa mattina. Il presidente della IAGJ Zviad Pochkhua ha chiesto pressioni internazionali sulle autorità georgiane: “Chiediamo un intervento urgente da parte dell'Unione Europea per spingere il governo georgiano a garantire la protezione dei giornalisti e la libertà di espressione. La violenza da parte di gruppi religiosi e radicali contro le persone LGBTQI+ e i giornalisti è in aumento e le autorità stanno semplicemente chiudendo un occhio”. La direttrice dell'EFJ, Renate Schroder, ha dichiarato: "Siamo profondamente rattristati dalla morte di Alexander. Nessuno avrebbe dovuto essere aggredito per il proprio orientamento sessuale o per aver svolto il proprio lavoro. Le autorità devono inviare un segnale forte conducendo un'indagine trasparente e tempestiva”. Ha aggiunto: "Questi attacchi mortali ai lavoratori dei media sono in aumento in Europa e invitiamo tutti gli attori, compresi i cittadini, ad astenersi da ciò".