Avrebbe voluto chiamare il suo libro “La ragione delle cose”, ma un sondaggio tra i librai ha convinto l’editore a chiamarlo “La signora delle merci”. E’ stato un viaggio storico, economico-culturale all’interno dl mondo della logistica, dalle Caravelle ad Amazon, passando per i container visti come mattoncini della Lego e dai paradossi del trasporto in modo più efficiente possibile di merci e informazioni. Una grande scoperta intellettuale e umana la conoscenza di Cesare Alemanni, con cui condivido abbiamo condiviso lunghe chiacchiere sul tema e anche sull’essere padre, cosa che ci accomuna.
Pensare che questo argomento abbia richiamato oltre 120 persone con posti a sedere esauriti e posti in piedi pure, fa un certo effetto. Merito del “Festival del pensare contemporaneo”, organizzato a Piacenza con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano e la direzione di  Alessandro Fusacchia.

Una grande scoperta intellettuale e umana la conoscenza di Cesare Alemanni, con cui condivido abbiamo condiviso lunghe chiacchiere sul tema e anche sull’essere padre, cosa che ci accomuna. Qui di seguito il pezzo scritto da Filippo Mulazzi sul sito di informazione online, IlPiacenza e, in fondo alla pagina, uno stralcio del resoconto uscito sul quotidiano Libertà a firma di Pier Paolo Tassi.

“La signora delle merci” è il libro che Cesare Alemanni ha dato alle stampe per provare a raccontare un sistema che ha cambiato il mondo intero, provocando sconquassi economici e cambiando lo stile di vita delle persone. In un dialogo con il giornalista Mattia Motta, nella cornice del Festival del pensare contemporaneo, Alemanni ha espresso nel cortile della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant’Eufemia, le riflessioni sui suoi studi.  

«Il supermercato di oggi – ha detto lo scrittore – non è scontato per gli uomini del passato. Tutta la società di oggi è modellata dalla logistica, ovvero dallo spostamento di cose nello spazio e nel tempo». I trasporti via mare rappresentano una delicata questione. «Le grandi navi container da quarant’anni garantiscono la globalizzazione, perché nei decenni sono state in grado di abbattere i costi. Cinquant’anni fa era anti-economico trasferire merci da un continente all’altro. Oggi è assolutamente economico trasportare anche merce di poco valore da ogni parte del globo. Si prevede l’Indo-pacifico, cruciale per la globalizzazione e per il trasporto via mare, nei prossimi 30 e 40 anni sarà colpito da eventi atmosferici estremi, per la quale sarà difficile per le navi viaggiare regolarmente. Bisognerà riorganizzare e ripensare il sistema in funzione di ciò. Infatti il primo picco d’inflazione lo abbiano avuto quando il lockdown ha fatto inceppare l’attività dei porti cinesi. La filiera si è interrotta e tutto ha iniziato a costare di più».

Durante il confronto, è stata evidenziata «l’economicizzazione dei prodotti tecnologici, garantita dalla globalizzazione. I primi personal computer quarant’anni fa costavano cifre importanti, oggi sono alla portata di tutti».  Alemanni ha parlato anche dell’impatto del capitalismo avanzato. «Dagli Usa si sono diffuse “le città dei supermercati”. Cercano di capire cosa vogliono i clienti, hanno bisogno di sapere i flussi di consumo per gli approvvigionamenti. Utilizzano gli algoritmi, il codice a barre passato alla cassa viene utilizzato come informazione per il supermercato e per i centri produttivi». «I nostri nonni, invece, entravano con la lista della spesa dal droghiere. Le attività avevano cento prodotti a disposizione e cercavano di venderli tutti. Oggi siamo i commessi di noi stessi. Entriamo e viviamo una esperienza visiva. Mentre paghiamo alla cassa il sistema elabora il fatto che abbiamo comprato quell’articolo: si tiene conto di ogni operazione. Negli Usa la catena della grande distribuzione “Walmart”, con la sua politica di prezzi bassi, distrugge l’economia locale. Sono in grado di rimborsarti se trovi lo stesso prodotto, in zona, che costa meno. È l’efficienza al massimo, frutto di una economia di grande scala. Arrivati ad un certo punto tenteranno di attivare alla soglia 0, il prodotto che non costa quasi niente. Il “mostro” successivo, lo dico sia per gli effetti positivi che negativi che porta alla società, arrivato dopo Walmart, è Amazon. Il colosso di Bezos toglie il bisogno di un luogo fisico dove comprare. Manca lo store fisico, ma ci consente di avere un braccio lunghissimo che tocca tutte le merci. Amazon dà lezioni ai militari per la capacità logistica di spostare le merci». Motta si è soffermato sul fatto che il colosso di Seattle sia partito, in particolare, sui libri. Come mai l’avventura economica della più grande azienda mondiale è nata da questo oggetto? «Perché sono tantissimi – ha risposto Alemanni – e nessuna biblioteca al mondo può averli tutti. Amazon, con magazzini sconfinati, ha ragionato sul fatto che fossero oggetti piccoli e facilmente trasportabili». La logistica ha aumentato il traffico delle merci e dei trasporti, aumentando l’inquinamento. «Però si può lanciare una provocazione. Chi meglio della logistica, che conosce bene il mondo dei trasporti e dell’economicità, può trovare soluzioni efficienti per l’inquinamento, per lo spreco, per l’ottimizzazione delle risorse?».