Il parcheggio della Coop di Conselice, sei metri sul livello del mare, nel Ravennate, è austero, ordinato, pulito e assolato d’una rifrazione che pare esistere solo qui. Per me, è un luogo metafisico. Non il “luogo” di per sé, ma per come s’acchitta ogni 1 ottobre da 15 anni a questa parte. Da quando qualcuno ha tirato a lucido una (l’ultima?) pedalina per la stampa clandestina utilizzata dai partigiani. Era tra le macerie di uno scantinato, è costata la vita a quattro uomini fucilati dai fascisti: avevano scoperto chi osava far girare idee di libertà in un regime, quello fascista, peloso come nessuno e rigurgitato ancora oggi da violenti frustrati con evidenti problemi di comprendonio.

Conselice, 1 ottobre 2021


“Ai nostri posti ci troverete”. Bisbiglio questo guardando la distesa di grembiulini azzurro carta da zucchero a pois rossi che indossano i regaz delle primarie dell’Istituto comprensivo, seduti sotto al sole su seggioline in fila per otto, di fronte alla teca e a un palchetto con il microfono e il Tricolore.


Una pianura di bambini seduti, nel parcheggio, davanti a una strana teca di vetro, sotto il sole e fasce tricolori in prima fila.
Io quest’anno devo parlare, non sono in platea ma nelle altre sedie, quelle degli “oratori”. Su queste sedie ci sono Paolo Berizzi, tifoso dell’Atalanta, autore della rubrica quotidiana “Pietre”, su Repubblica, in cui denuncia discriminazioni, nuovi e vecchi fascismi e in genere episodi di cui dovremmo essere a conoscenza per capire come gira (male) il mondo, c’è Raffaele Lorusso, attualmente segretario generale della Fnsi e ci sono i due premiati di quest’anno, Asmae Dachan, giornalista freelance e attivista per i diritti umani – celebri i suoi reportage dalla Siria, dall’Iraq, dall’Africa e anche dalla Bruxelles dopo gli attentati del 2016. Asmae ha acceso la luce su tante prevaricazioni e lottato per i diritti umani. Con lei verrà premiato Valerio Lo Muzio, videomaker sempre in prima fila e sempre esposto, con la sua telecamera, agli strali di neofascisti, no vax e di Salvini – quando decise di far fare un giro al suo pargolo sulla moto d’acqua della polizia. C’è Matteo Naccari, della redazione centrale de Il Resto del Carlino, attualmente presidente dell’Associazione stampa Emilia-Romagna (Aser), ed io.

Questo quello che ho detto.

“Guardando questa pedalina di piombo e acciaio, pesante otto quintali, penso subito a questo: lo smartphone che tutti noi abbiamo in tasca. La pedalina che usavano i “clandestini della stampa”, persone che hanno avuto il coraggio di non abbassare la testa e hanno diffuso idee di libertà pagando con la vita il loro eroismo, aveva la stessa funzione di questi telefoni: fa circolare idee. E’ una tecnologia, e fa circolare idee.

Mattia Motta a Conselice, 1 ottobre 2021

La tecnologia non è “buona” o “cattiva” a prescindere, dipende l’uso che ne facciamo e dipende da chi e come è stata programmata. Lo smartphone viene utilizzato per ferire, per prendere in giro, per bullizzare un compagno in difficoltà: è un’arma, un’arma di distruzione. Ma in contemporanea, oggi tutto il sapere del mondo è nel nostro palmo di mano, se vogliamo e sappiamo farlo, oggi è possibile accedere a tutte le informazioni dal nostro telefono, ma allora come mai oggi ci sono tante persone convinte che la terra sia piatta? Gli esseri umani calpestano tutti una strana roccia lanciata a 1670 chilometri all’ora nello spazio, attorno al sole, oggi che sappiamo essere tutti sulla stessa barca fioccano le divisioni, le “differenze inconciliabili” quando siamo come pesci in un acquario, quando sappiamo l’interconnessione che c’è tra noi, la natura, il cosmo. Perché?
Se su Google cerchiamo “Piazza Tienammen” in Cina, vengono fuori i monumenti, se lo cerchiamo qui, in Italia, appaiono i morti per la protesta degli studenti. L’algoritmo di Google può essere oscurantista, o una luce sui crimini dei regimi. Lo stesso vale per i “video consigliati” su youtube. A voi, giovani studenti, oggi consegnamo un mondo tecnologico, in evoluzione, in cui stanno nascendo nuovi diritti inespressi e tra questi ci sono le regole degli algoritmi. L’algoritmo che decide come influenzare le persone deve essere pubblico, il suo funzionamento, le sue caratteristiche devono essere trasparenti. Se vorrete difendere la pedalina dei clandestini della stampa, e tutti i valori che essa porta in questo secolo, dovete chiedere la trasparenza della tecnologia, degli algoritmi. Dovete chiedere di non essere trattati da “consumatori”, ma da “cittadini”. La partita è tutta da giocare, ma a giocarla sarete voi. Non dimenticatelo. W la Resistenza, ora e sempre”.